I Cognomi “Inventati”
Il tema dei diversi sistemi di cognominazione messi in atto per fornire un nome di famiglia a chi per sorte ne nasceva sprovvisto è stato in questi ultimi anni oggetto di molteplici studi. In pratica se ne sono occupati tutti coloro che hanno analizzato storicamente il fenomeno dell’infanzia abbandonata. I dati salienti della questione sono quindi ben noti. Basterà ricordare – limitandoci all’Italia – come per secoli si sia cognominato i neonati abbandonati assegnando loro solamente il nome di battesimo a cui si aggiungeva di consuetudine un cognome eguale per tutti indicante – in modo diverso da luogo a luogo – la loro comune esperienza di brefotrofio. Di conseguenza a Firenze – ove l’istituzione di riferimento per l’infanzia abbandonata fu per secoli rappresentata dallo Spedale di Santa Maria degli Innocenti (vedi foto) – gli esposti ebbero tutti il cognome di Innocenti spesso variante in Innocente, Degli Innocenti o abbreviato in Nocenti da cui i derivati Nocentini, Nocentino.
Più spesso gli abbandonati venivano indicati con un cognome più generico che faceva esplicito riferimento alla loro sfortunata condizione d’esistenza iniziale. Si forgiarono così cognomi che alludevano all’abbandono (Esposto, Esposti, Orfano, Proietti, Sposito, Spositi, Trovatelli, Trovato, Ventura, Venturelli, Venturini ecc.); altri ad una nascita illegittima (Bastardo, Bastardi, Dell’Incerti, D’Ignoto, D’Ignoti, D’Incerti, D’Incerto, D’Incertopadre, Ignoto, Ignoti, Incerto, Incerti, Incertopadre, Parentignoti, Spurio, Spuri ecc.); altri riferentesi al loro essere stati affidati alla pietà pubblica religiosa (Cadei, Casadei, Casadidio, Casagrande, Di Dio, Diotallevi, Diotiguardi ecc.). Ovviamente tutti i cognomi sopra elencati, come altri ad essi affini, non devono essere considerati esclusivi dell’infanzia abbandonata giacché per ognuno di essi sono sempre possibili origini diverse per cui, in ultima analisi, per ogni singolo nucleo famigliare denominato Esposito, Innocenti, Diotallevi, ecc. solo una ricerca d’archivio può chiarire l’origine del cognome.
L’esplicita trasparenza dei cognomi dei trovatelli cessò agli inizi dell’Ottocento con l’emergere di una nuova sensibilità che fece avvertire come prioritaria l’esigenza di non far gravare sull’interessato la possibile umiliazione derivante da una facile rintracciabilità del suo passato di bambino abbandonato. In Italia il primo atto ufficiale concepito in tal senso fu varato a Napoli nel 1811 dove fu abolito l’antico costume di chiamare i trovatelli Esposto o Proietti. Il provvedimento intendeva annullare i più marcati inconvenienti di un sistema che non solo lasciava intravedere chiaramente l’origine della persona determinandone una marginalizzazione sociale, ma creava anche un’inevitabile confusione tra individui provvisti dello stesso cognome e, spesso, dello stesso nome. L’esempio napoletano fu seguito poi in tutta Italia. Da allora si pose un nuovo problema: inventare per ogni trovatello un cognome di fantasia. Il “cognome inventato” dei trovatelli venne così ad essere spesso, oltre che il frutto della libera inventiva di chi, per dovere d’ufficio, quel cognome dovette darlo, anche il riflesso dell’immaginario, della mentalità e delle vicende dell’epoca della sua attribuzione. Insomma: il cognome di ogni abbandonato fu sempre coniato per quella particolare persona; talvolta fu frutto di pura e casuale estrosità denominativa; altre volte richiamò invece l’aspetto fisico del trovatello oppure le sue origini sociali e/o geografiche; non pochi i casi in cui esso volle prefigurare possibili destini di vita; in altri casi, infine, il cognome dell’abbandonato trasse spunto da un clamoroso fatto di cronaca o da un preciso evento storico. Ampiamente indagato il modo in cui operò il già ricordato Ospedale degli Innocenti di Firenze dove, sin dal 1812, si attribuì ad ogni nuovo arrivato un cognome distinto.
La varietà dei cognomi appare assai pronunciata: oggetti correnti (Mestoli, Quaderni, Inchiostri, Tetti, Valigi); piante (Pioppi, Peri, Susini, Limoni); fiori (Rosai, Gelsomini, Gerani); mestieri (Artisti, Osti, Tintori, Merciai); nomi (Adeli, Angeli, Alberti, Teodori); personaggi storici (Benvenuto Napoleoni, Maria Stuarda); geografici (Mantovani, Romani, Senesi, Tamigi, Sassarini, Asiatici, Tirolesi). Qualche cognome richiama esplicitamente l’abbandono (Portati, Venuti, Abbandonati, Soccorsi, Lasciati, Trovetti, Bastardi, Bastardini, Incerti, Ignoti) o il momento e il mese in cui il bambino fu abbandonato (Gennari, Marzi, Maggi, Maggini…), il giorno del mese (Tredici, Sedici, Quattordici), il santo del giorno o la specifica ricorrenza religiosa festività (Natale, Canevali, Quaresimini). Talvolta il cognome suona come augurale (Fortunati, Benarrivati, Bonaventuri oppure indica particolari difficoltà (Cascai, Borbotti, Scacciamondi); altre vote evidenzia dati morali e comportamentali (Ridenti, Giusti, Pietosi, Placidi)…
Marco Lenci
Dr. Luiz Carlos B. Piazzetta
Erechim RS
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