quarta-feira, 20 de dezembro de 2023

Danza di Colori, Calore Familiare e la Promessa di Nuovi Inizi

 



Il novembre, spesso considerato il mese più malinconico, trasuda una bellezza tutta sua. La festa dei Morti conferisce un’atmosfera particolare, ma la prospettiva che la nonna mi regalava rendeva quel momento tutto fuorché triste. L’esplosione di colori, dalle tonalità del rosso al giallo intenso, con le foglie che danzano come farfalle, crea uno spettacolo di transizione tra la fine di una vita e l’inizio di un’altra, nei campi già seminati di grano.
L’erba intensamente verde, il muschio sui tronchi e nei fossi ombrosi, tutto sembrava prepararmi al Natale imminente, una vera e propria nascita che avrebbe amplificato i miei pensieri. Il cielo era solcato da uccelli che disegnavano voli incantevoli, facendomi sentire parte di quel meraviglioso scenario.
Il freddo pungente non mi impediva di esplorare, e le guance arrossate diventavano una testimonianza delle avventure vissute. Il fuoco acceso da nonna, accompagnato dal crepitio delle fiamme nel camino, diventava il fulcro di quei giorni. Novembre era una favola che si dipingeva con l’oscurità delle case illuminate dal calore del fuoco e il profumo invitante delle castagne sul fornello.
Il giallo della polenta, portata in tavola con cura da nonna, diventava un simbolo di benedizione, come un raggio di sole sul tavolo. Mangiavo quel sole di farina con gratitudine, intingendolo in un piccolo intingolo o accompagnato da un’aringa affumicata cotta alla brace. La semplicità di quei momenti, con i vecchi intorno e il calore del bracere sotto la tavola, creava una ricchezza unica.
Non c’era bisogno di altro in quei giorni, poiché il calore umano e la condivisione intorno al tavolo rendevano ogni istante prezioso. Novembre, lungi dall’essere triste, si svelava come un periodo di connessione profonda con gli altri e con sé stessi, preparando il terreno per il mese successivo, quando la nascita avrebbe colmato di gioia i cuori di tutti.
Con l’avvento di dicembre, l’atmosfera si caricava di un’emozione tangibile. Le giornate si facevano più brevi, ma ogni istante era intriso di un’atmosfera unica. Il bosco vicino, testimone silenzioso dei nostri momenti, anticipava la grande festa della natura. Mentre il gelo stringeva la terra, la nostra tavola era calda di racconti e risate.
Il calore umano, come il fuoco che ardeva incessantemente, diventava il centro delle giornate. Seduti intorno al tavolo, assaporavamo la polenta dorata come se fosse un raggio di sole catturato e portato direttamente sulla nostra tavola. Non c’era bisogno di altro, perché in quel semplice pasto trovavamo la ricchezza dell’unione familiare.
Le serate si facevano più intime, illuminate solo dalla luce tremolante delle fiamme. I momenti trascorsi con gli anziani sotto il calore del bracere diventavano tesori di saggezza e affetto. Novembre, il mese che molti consideravano triste, si rivelava, per me, un periodo di connessione profonda con gli altri e con me stessa.
E così, mentre il sole di farina illuminava le nostre serate, sentivo crescere dentro di me l’attesa, la promessa di un’inizio imminente. Novembre, con il suo fascino avvolgente, si preparava a cedere il passo a dicembre, portatore di nuovi natali e di una gioia destinata a colmare ogni cuore, proprio come il dono di una nascita attesa da tutti.
Con l’arrivo di dicembre, l’atmosfera si impregnava di un’emozione palpabile. Le giornate si facevano sempre più brevi, e le luci natalizie iniziavano a decorare le case, donando un tocco di magia a ogni angolo. Mentre il freddo stringeva la natura in un abbraccio gelido, il calore umano si faceva ancora più avvolgente.
I preparativi per il Natale iniziavano a prendere forma: l’albero adornato, i regali nascosti sotto la sua imponente sagoma e l’odore avvolgente di dolci natalizi che invadeva la cucina. Era come se ogni dettaglio concorresse a creare un’atmosfera di attesa, di speranza.
In quei giorni di dicembre, l’intimità familiare si faceva ancor più profonda. Seduti attorno al tavolo, con gli sguardi rivolti verso l’albero scintillante, condividevamo storie, sogni e la gioia di essere insieme. La polenta dorata del mese precedente si trasformava in prelibatezze natalizie, e il sole di farina diventava la luce che illuminava il cammino verso la festa.
Le giornate scivolavano tra il tepore delle case e le strade illuminate. Le luci dell’albero si riflettevano negli occhi di chi attendeva con trepidazione la mezzanotte, il momento in cui la magia del Natale si manifestava pienamente. Era come se tutto, dalla preparazione del cibo alle decorazioni scintillanti, convergesse in un unico spirito di condivisione e amore.
E poi, quando le campane annunciarono la mezzanotte di Natale, l’attesa raggiunse il suo culmine. In quel preciso istante, un nuovo capitolo iniziò a scriversi nella nostra storia familiare. Un piccolo miracolo, un nuovo nato, portatore di speranza e gioia, fece il suo ingresso, regalando a tutti un cuore colmo di emozioni indescrivibili.
Così, la magia di novembre e dicembre si intrecciava come una favola, dove il ciclo della vita si ripeteva in un continuum di momenti indimenticabili, di stagioni che si susseguivano portando con sé la promessa di nuove rinascite e di amore eterno. L’atmosfera magica di novembre si fondeva armoniosamente con l’effervescente anticipazione di dicembre, creando un intreccio di emozioni che rendeva ogni istante unico.

Con l’arrivo di dicembre, l’aria si impregnava di un’emozione palpabile. Le giornate brevi e i riflessi delle luci natalizie decoravano ogni angolo, donando alla casa un’aura di festa. Il freddo esterno contrastava con il calore emanato dalle riunioni familiari, mentre l’albero adornato e i regali nascosti sotto di esso promettevano sorprese e gioie condivise.

Le preparazioni culinarie si trasformavano in un balletto armonioso nella cucina, con profumi natalizi che avvolgevano l’ambiente. La polenta dorata del mese precedente si evolveva in prelibatezze natalizie, simbolo di condivisione e amore familiare. Seduti attorno al tavolo, gli sguardi rivolti all’albero scintillante, condividevamo racconti e risate, creando ricordi indelebili.

Le giornate di dicembre scorrevano tra il tepore delle case e le strade illuminate. Le luci dell’albero si riflettevano negli occhi pieni di trepidazione, anticipando il momento magico della mezzanotte di Natale. Era come se ogni dettaglio, dalle decorazioni scintillanti alle melodie festose, convergesse in un’unica celebrazione di condivisione e amore.

E quando le campane annunciarono la mezzanotte di Natale, l’attesa raggiunse il suo apice. In quell’istante, un nuovo capitolo si aprì nella nostra storia familiare. Un piccolo miracolo, un nuovo nato, portatore di speranza e gioia, divenne il cuore pulsante di un amore che abbracciava tutti.

Così, la magia di novembre si intrecciava con l’incanto di dicembre, creando una favola in cui il ciclo della vita si ripeteva con la promessa di nuovi inizi. In quei mesi, ogni colore, profumo e risata contribuiva a tessere una trama indimenticabile di momenti condivisi, riscaldando il cuore di chi aveva il privilegio di farne parte.


Dr. Luiz Carlos B. Piazzetta
Erechim RS