sexta-feira, 5 de janeiro de 2024

Il Fuoco dell’Epifania: Pan e Vin e Brusàr a Vècia

 


Il Fuoco dell’Epifania: Pan e Vin e Brusàr a Vècia

Nel cuore del Veneto, l’Epifania si trasforma in un’esplosione di fuochi chiamati affettuosamente “Pan e Vin”. L’incanto di questa tradizione cristiana nasce dalla volontà di ricordare i pastori che, seguendo la stella, accendevano fuochi per asciugare i panni del Bambin Gesù e illuminare la strada smarrita dei Magi nella regione.
Tuttavia, il vero spirito dei roghi risale alle antiche civiltà agricole precristiane, in cui il culto del sole e del fuoco prendeva vita. Il rito del “Pan e Vin” si svolgeva per tre notti consecutive, il numero sacro secondo le credenze pagane. Questa ripetizione del fuoco, oltre a bruciare il “Pane e Vino”, liberava il terreno da rovi e sterpaglie, preparandolo per il pascolo e la coltivazione.
Un rituale antico, ormai perduto nei secoli, seguiva il rogo, onorando il dio e cercandone i favori. Indipendentemente dalle origini, il “Pan e Vin” sopravvive oggi come espressione del bisogno di condivisione, di dividere ansie e gioie. Riunirsi intorno al calore del fuoco durante i periodi più difficili dell’anno nei campi riaffermava la necessità di legami fraterni e di un rinnovato equilibrio con la natura, nonostante le avversità.
Il richiamo del “Pan e Vin” si estende al falò di metà Quaresima, dove un fantoccio raffigurante una vecchia strega simbolizza l’inverno, il male e la miseria. Preceduto da un “processo” in cui la “vecchia” diventa capro espiatorio per le disgrazie della comunità, questo rogo segna la fine dell’inverno, aprendo la strada alla primavera con un tocco magico.